Chi siamo
The Artisan

Incalmi: Design Contemporaneo Veneziano

Nato a Venezia, culla storica della tradizione artigianale italiana, Incalmi coniuga un lavoro di ricerca nello sviluppo dei materiali con l'obiettivo di creare oggetti unici per ispirazione, creatività e artigianalità. Scopri la storia del marchio e l'evoluzione della sua produzione a partire dalla tradizione veneziana fino a nuove visioni contemporanee.

Il contenuto di questa pagina è stato tradotto automaticamente. Vai al sito in inglese

La storia di Incalmi inizia nel 2015, quando l'azienda viene fondata nel cuore creativo di Venezia. Il passato e il presente artistico della città hanno influenzato fin da subito la produzione del marchio, definendo le basi artistiche per la realizzazione di pezzi dal design esclusivo, realizzati con tecniche tradizionali ereditate dalla tradizione vetraria locale e ripensate in chiave moderna.

Incalmi si è dedicata alla ricerca dell'eccellenza nei più diversi campi dell'artigianato e del saper fare italiano, ponendo le basi per uno studio meticoloso degli oggetti, dal materiale che li compone alla loro funzione. Ispirati dall'arte, dal design e dalla moda, i maestri artigiani di Incalmi trasformano le idee in progetti, lavorando il vetro con tecniche innovative e nuovi processi di prototipazione e alimentando la creatività attraverso la ricerca e l'inventiva.

Il nome Incalmi racconta molto delle vostre origini e sulla filosofia del brand: l’incalmo, infatti, è una particolare tecnica vetraria tipica della tradizione veneta. Come mai avete scelto questo nome e cosa racconta di voi?

INCALMI significa due o più soffiate di vetro che unite creano un elemento diverso, così INCALMI unisce persone e materiali con caratteristiche e peculiarità diverse che creano entità nuove.

Partendo da tradizioni millenarie, il vostro lavoro si amplia grazie ad uno studio meticoloso dei materiali e allo sviluppo di nuove tecniche di lavorazione. In che modo la ricerca influenza la vostra produzione?

Ogni brief che riceviamo dai clienti e ogni idea che ci balena per la mente ci fa approfondire il tema nella storia o nella letteratura. Come spesso diciamo, seguiamo i puntini e scopriamo che ogni materiale, ogni disegno, ogni tecnica ha radici profonde e articolate nel passato. Questo è il punto di partenza che ispira poi le ricerche empiriche sui materiali stessi, abbinando design, cultura e produzione.

Onorata e Brioni sono due dei vostri pezzi più particolari, che si ispirano al maestro del design italiano Carlo Scarpa. Eleganti e moderni, questi oggetti rappresentano un vero e proprio omaggio all’architetto e alla sua opera. Cosa vi ha spinto a realizzare questi pezzi e cosa rappresenta per voi la filosofia di Carlo scarpa?

Anche noi come Scarpa siamo nati e vissuti a Venezia. Abbiamo la fortuna di vivere in una sorta di “museo scarpiano” a cielo aperto; quindi, è nel nostro DNA il mix tra idea contemporanea e cultura tradizionale. Dobbiamo a Scarpa l’interesse per il design architettonico e per la piccola scala, come disse lui: “grande opera d’arte, sempre dimensione piccola”. I dettagli sono le opere d’arte del design.

La ricerca è uno dei vostri investimenti sul futuro, frutto di una logica improntata al miglioramento alimentato dalla curiosità. Quali sono secondo voi le direzioni future del design italiano e quali tematiche sono per voi le più importanti?

Ho appena letto una delle ultime interviste a Valerio Castelli (1947-2023), (Fondatore della Domus Academy, art director di Flou, collaboratore di Kartell e Olivetti, Compasso d’oro nel ’77), in cui faceva la seguente riflessione: “Ho sempre pensato che il progetto di un oggetto, di uno spazio, dovrebbe avere come obiettivo quello di migliorare la qualità della nostra vita, ma poiché oggi non è così ed è evidente quanto sia poco necessario disegnare un nuovo tavolo o una nuova sedia, qual è il senso e il valore di quel che facciamo?”

Noi rispondiamo con il Timeless, oggetti Senza Tempo. La vera ecosostenibilità non è solo nel riciclo o nel riciclabile ma anche e soprattutto nel mantenere. Abbiamo quindi la grande ambizione di creare oggetti che non passino di moda ma siano ereditati di generazione in generazione e raccontino sempre una storia, fatta di ricerca, sperimentazione e progettazione.

Una delle lavorazioni che maggiormente caratterizza i vostri pezzi è quella dello smalto a fuoco su rame. Tecnica già utilizzata da Ettore Sottsass e Gio Ponti, che trova nuove direzioni grazie al vostro lavoro di ricerca. Come nasce un pezzo realizzato con questa tecnica, come la collezione Specola?

Per soddisfare le esigenze di un noto ristorante di New York che voleva riprodurre le maniglie smaltate di Gio Ponti/fatte da De Poli tra gli anni 50 e 70, ci siamo imbattuti in quest’arte che sopravviveva solo nelle mani di gioiellieri o appassionati. Nessuno produceva più oggetti decorativi smaltati a fuoco su rame con approccio imprenditoriale. Abbiamo quindi deciso di studiare quest’arte con la ricerca empirica, in primis con un forno degli anni ’50 per capirne il funzionamento e poi con un forno su misura, scoprendo giorno per giorno qualcosa di questa lavorazione, difficile come tutte le arti del fuoco, a volte imprevedibile e mai totalmente domabile. L’incontro con Giorgia e Daniele, Zanellato/Bortotto, è stata una coincidenza del destino, loro cercavano da tempo qualcuno con cui approfondire quest’arte e hanno trovato in noi il partner perfetto. Prima di Specola, sono nati gli “specolini” i primi test/campioni colore per studiare abbinamenti colori, comportamenti delle varie polveri vetrose, poi test su forme di rame diverse ed infine la collezione Specola.

Condividi: