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The Artisan

Lo spirito nomade di Gio Pagani

Autore di storie plasmate in forme, Gio Pagani crea la sua firma stilistica come simbolo di un'eleganza non convenzionale, dove audacia ed eclettismo si fondono con la ricerca della praticità. Incontrate l'architetto e designer e scoprite i segreti della sua anima creativa.

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Gio Pagani ha fondato il suo studio di design a Parma nel 1995 con la missione di fornire soluzioni architettoniche e di design caratterizzate da eleganza distintiva e forte personalità. Progettando oggetti unici che coinvolgono tutti i sensi in un vortice emozionale, Gio Pagani crea un universo fatto di ispirazioni multiformi e atmosfere uniche.

Immaginazione e fantasia si fondono con un'esperienza tattile ed estetica, frutto di molteplici suggestioni provenienti dai viaggi di Pagani. Il viaggio e la scoperta sono elementi chiave nell'evoluzione dell'anima creativa di Gio Pagani, guidata da una forte propensione agli scambi e alle interazioni. La Collezione GIOPAGANI emerge da tutti gli stimoli che hanno orientato il suo percorso professionale. L'amore per il progetto e la ricerca sui materiali si fondono per dare forma a oggetti in cui design visionario e ispirazione alla moda contemporanea definiscono un gusto personale e raffinato.

Come pezzi di un puzzle, le capsule collection Giopagani fanno parte di un progetto più ampio e complesso: World Apart. Quale impulso creativo l'ha spinta a mettere insieme questo grande "contenitore artistico"?

Oggi essere creativi significa mettersi a nudo, lasciarsi coinvolgere dalle proprie esperienze e ispirazioni. Significa sperimentare un immaginario estetico che cambia e si evolve. Ho voluto allestire il mio mondo - "un mondo a parte" - come un libro su queste percezioni mutevoli. Ogni capsule collection rappresenta un capitolo che esplora queste diverse storie; l'ispirazione è citata solo per rendere gli utenti consapevoli del mondo che genera tale forma, nella piena consapevolezza che ogni oggetto deve avere una propria identità, origine e valore.

Ogni capsule collection rappresenta un universo all'interno del quale è possibile viaggiare nel tempo e nello spazio per scoprire nuove ispirazioni stilistiche. Cosa significa per lei viaggiare ed entrare in contatto con nuove culture?

Il viaggio, sia esso fisico o mentale, è la scintilla che dà vita alla creatività, che ci permette di uscire dalla nostra zona di comfort e di affrontare nuove sfide. Esplorare con curiosità ciò che non si conosce e che in quel momento non si può comprendere appieno. Per liberare l'ispirazione di chi è inquieto, di chi ama mettersi in discussione e affrontare nuove estetiche.

Lasua formazione affonda le radici in un profondo amore per la storia, che l'ha portata a studiare formalmente restauro architettonico. Come si inserisce la storia nei suoi progetti e come fonte di ispirazione per le collezioni Giopagani?


Credo che una solida conoscenza della storia sia alla base del percorso creativo di ogni architetto. Studio la storia per poter progettare il presente guardando al futuro. Mi piace pensare che in ogni gesto ci sia l'apprezzamento per una memoria significativa e che gli oggetti che creiamo possano trasmettere storie e personaggi che nel passato hanno lasciato un segno nel mondo del design.

Dobbiamo circondarci di oggetti che ci diano un senso di orientamento nella nostra vita quotidiana, perché alcuni di essi ci aiuteranno a dare un senso a cose più importanti.

Fleurs du Mal è forse la sua collezione più sperimentale, che interpreta uno stile che va oltre le convenzioni. Perché ha scelto di citare Charles Baudelaire e come si è ispirata all'avanguardia stilistica tipica del mondo della moda?


Per me l'opera di Baudelaire rappresenta la poetica del viaggio, l'idea di partire senza sapere dove il viaggio ti porterà! "Per un giovane innamorato delle mappe e delle stampe, l'universo è uguale al desiderio sconfinato. Quanto è grande il mondo sotto la luce di una lampada, quanto è meschino agli occhi della memoria! [...]". Questa per me è la sperimentazione: mettersi in discussione, osservare con occhi nuovi le realtà familiari e quelle non ancora conosciute con mente aperta. Questo è ciò che rappresenta per me l'avanguardia nella moda e ciò che amo di più: non avere limiti nell'osare per imparare a creare qualcosa dalle esperienze.

Forma e materia si fondono nelle sue creazioni, dando vita a vere e proprie icone stilistiche. Ci parli del processo creativo che sta dietro a uno dei suoi pezzi di design.


Il mio processo creativo nasce da una suggestione, da un coinvolgimento emotivo travolgente. Può essere un periodo storico, un personaggio memorabile, la narrazione di un autore. Da quel momento, le forme intrise di questa ispirazione prendono vita. Seguendo lo stesso processo, inizia la ricerca dei materiali che le completeranno, daranno loro carattere, infonderanno una qualità - sensuale o audace - completando così il processo che conferisce agli oggetti la propria identità.

Secondo lei, cos'è il design e come si evolverà? Che impatto avrà sul futuro un presente così complesso?

Oggi design significa non avere barriere stilistiche, sperimentare prendendo coscienza del design etico, seguire processi produttivi sostenibili. Elevare la produzione ricercando le eccellenze artigianali, portatrici di saperi antichi che non possono andare perduti. Creare oggetti durevoli - lontani dal concetto di produzione di massa e di arredamento veloce - che siano concepiti per durare con le generazioni future, restituendo così valore all'essenza dello Stile.


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