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The Artisan

Metallo e mito a La Fucina di Efesto

Lo scultore Alessando Rametta ci accoglie nella sua fucina e ci racconta la storia e i valori de "La Fucina di Efesto": un vero e proprio laboratorio di sperimentazione dove assistere alla commistione di tecniche antiche e visioni innovative.

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La Fucina di Efesto è stata fondata a Milano nel 1997 dallo scultore autodidatta Alessando Rametta. L'audace visione che guida il suo lavoro è un approccio innovativo e pionieristico alla lavorazione del metallo, con l'obiettivo di progettare vere e proprie opere d'arte.

Nel suo laboratorio delle meraviglie, arte, design e filosofia si mescolano per indagare e scoprire i comportamenti inesplorati di questo straordinario materiale. Dal 1997 in poi, Alessandro Rametta continua a sperimentare diverse tecniche di scultura e pittura su metallo e le sue splendide creazioni prendono vita con il contributo del designer Andrea Capriotti e di tutto il team del laboratorio.

Quale filosofia si cela dietro La Fucina di Efesto?

"La fucina è un luogo sacro dove il metallo si trasforma, un antro magico dove il fuoco alimenta il desiderio di tutto ciò che è sfuggente, un luogo dove l'uomo diventa demiurgo e astrae dal metallo primordiale e incandescente. Dietro questo misterioso passaggio del metallo da solido a magmatico e poi di nuovo solido, si nasconde la poetica sconfinata di un linguaggio ancestrale che è libero dal tempo, è eternamente presente, e sprigiona tutta la tensione sotterranea della materia percepibile e delle sue leggi intrinseche; dietro questo processo si nasconde la passione vitale della conoscenza tacita".

Ho scelto queste parole per esprimere la mia costante ricerca sul rapporto tra uomo, materia e tecnica: è una dialettica complessa, propria dell'arte e della filosofia, che studio da oltre vent'anni con l'obiettivo di trovare il grembo, l'intuizione antica che sta alla base di questo straordinario rapporto. L'intera produzione de La Fucina di Efesto ricerca il significato profondo dell'arte in relazione alle forze teoriche e pratiche dell'esperienza. Questo processo creativo passa attraverso l'idea di Vita, di genesi, di fertilità e di sacrificio; è il rituale sacro del "passaggio", la metamorfosi e la trasformazione che suggella l'eterna alleanza tra i Maestri del Fuoco e la Grande Mater. Questa alleanza si materializza nella pratica esistenziale della ripetizione di un gesto, alimentata dalla volontà dell'Eterno, dall'immortalità dell'opera d'arte.

Il nome del vostro marchio è davvero unico e fa chiaramente riferimento alla mitologia greca. Perché l'avete scelto?

L'origine della metallurgia, come è accaduto per molte conquiste della nostra storia umana, si trova nel mito. Efesto (o Hephaestus) simboleggia l'eredità storica, mentre la Fucina è il luogo di ricerca e sperimentazione. Il nostro progetto, guidato dall'arte, dal design e dalla filosofia, utilizza un simbolismo particolare che fonde il potere evocativo della mitologia con il fascino alchemico della trasmutazione dei metalli. "Continuo a imparare e sperimentare diverse tecniche di scultura e pittura sui metalli che ritengo abbiano ancora, dopo millenni, una delle più alte potenzialità espressive da esplorare".

Come nasce La Fucina di Efesto?

Nasce dall'ascolto di memorie lontane, dal richiamo familiare di una materia che custodisce antichi segreti. Accarezzato dalle infinite possibilità espressive del metallo, nel 1997 ho fondato La Fucina di Efesto per creare uno spazio adatto alla ricerca e alla sperimentazione sul metallo, che fondesse arte, design e architettura. Oggi, insieme al designer Andrea Capriotti, lavoriamo dinamicamente come un'unica entità: creiamo delicati equilibri tra mente e corpo, pianificazione e sorpresa, conoscenza e ricerca, esperienza e rischio.

Le sue splendide creazioni sono tutte realizzate a mano utilizzando il ferro come materiale principale. Quali sono i passaggi fondamentali nella produzione di uno dei vostri pezzi?

L'ispirazione poetica, la progettazione e i processi di cottura con tecniche innovative e sperimentali sono essenziali per le nostre produzioni. Poi ci sono i rivestimenti e le finiture dei metalli e un atteggiamento positivo nei confronti della tecnologia che aumenta le possibilità di creare qualcosa di nuovo e unico. In ogni fase della produzione il movimento della mano è il più essenziale. Spesso combiniamo tecniche antiche che appartengono all'artigianato del fabbro, dell'orafo e dell'argentiere, come la battitura del ferro caldo, lo sbalzo e il cesello, l'incisione e il rivestimento, con una visione innovativa dei nostri progetti.

Contrariamente alle tecniche di fusione, modelliamo il metallo a mano, cercando l'equilibrio tra la reinterpretazione dei classici antichi e un approccio contemporaneo. Ricerco e sperimento nuove tecniche su ogni mia scultura o altra creazione originale, con l'obiettivo di liberare e valorizzare le potenzialità di ogni metallo espresse a livello scultoreo, pittorico e cromatico, per cercare sempre comportamenti inesplorati di questo straordinario materiale.

Quanto sono importanti per lei l'innovazione e la sperimentazione costanti?


Potrei dire che sono tutto. Sono il vero motore che accende il nostro entusiasmo e la nostra creatività. Sono uno scultore autodidatta e fin dall'inizio dei miei studi e della mia ricerca ho sviluppato una tecnica personale del tutto originale. Imparare e sperimentare costantemente nuove e diverse tecniche scultoree e pittoriche su metallo è diventata la nostra ragion d'essere.


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