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Memphis: 40 anni di eccentrica eleganza

In onore dei 40 anni di Memphis, scoprite l'affascinante storia di uno dei marchi più iconici del design italiano. Negli anni '80, i loro colori vivaci e le loro fantasie giocose divennero una dichiarazione anticonvenzionale in contrasto con la rigorosa funzionalità. Leggete la nostra intervista con il proprietario di Memphis, Alberto Bianchi Albrici, per conoscere da vicino questo marchio sofisticatamente irriverente.

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Post Design Gellery - Credits Luca Miserocchi
Post Design Gellery - Credits Luca Miserocchi
Mostra Plastic Field - Credits Luca Miserocchi
Mostra Plastic Field - Credits Luca Miserocchi

Alla fine del 1980, un gruppo di designer e architetti si riunisce nel salotto di Ettore Sottsass e getta le basi per un nuovo modo di immaginare il design, dando vita a un vero e proprio movimento artistico. Con la canzone di Bob Dylan "Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again" in sottofondo, nacque Memphis, un nome che si riferiva all'antica capitale dell'Egitto e alla città natale di Elvis Presley e Aretha Franklin. La prima collezione di 55 prodotti fu presentata al Salone del Mobile del 1981, presso lo showroom Arc '74 di Milano. Una moltitudine di persone si affollò fuori dalla galleria per scoprire questo nuovo linguaggio del design fatto di forme irrazionali, motivi giocosi e materiali non convenzionali come i laminati plastici.

Il primo gruppo di designer, composto da Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini, Martine Bedin, Michele De Lucchi, Nathalie Du Pasquier e George Sowden, sotto la guida di Ettore Sottsass, si espanse presto in un vibrante nido di talenti. Memphis ottiene rapidamente un grande successo di pubblico, conquistando il cuore di artisti e celebrità internazionali. Le sue collezioni si distinguono per un particolare entusiasmo immaginativo, per aver infranto le regole del design accademico aprendo i propri confini a colori, motivi e forme bizzarre. Con Memphis, l'eccentricità divenne una firma stilistica, espressione del melting pot culturale dell'epoca.

Il sogno di Memphis si è concluso nel 1987, ma la produzione creativa ha continuato a guardare al futuro con Meta Memphis e Post Design, rimanendo fedele al suo spirito irriverente. Leggete la nostra intervista al proprietario di Memphis, Alberto Bianchi Albrici, per saperne di più su un'icona del design italiano.

"Tawaraya" ring da boxe di Masanori Umeda 1981 con i designer del Gruppo Memphis - Credits: Studio Azzurro, 1981
"Tawaraya" ring da boxe di Masanori Umeda 1981 con i designer del Gruppo Memphis - Credits: Studio Azzurro, 1981

Memphis è nato da un'occasione conviviale: una serata con amici che condividevano le stesse passioni e l'urgenza di ridefinire i termini del design. Quanto ha influito questo aspetto nello sviluppo della sua estetica giocosa e irriverente, nel definire non solo un movimento ma anche il vero e proprio "Spirito Memphis"?

La convivialità faceva parte dello stile di vita di Ettore Sottsass, ma non ci sono legami particolari con Memphis e il suo linguaggio estetico. Sottsass ha sempre sfidato con intelligenza e ironia il moralismo borghese dei circoli d'élite, sia prima che dopo Memphis. Con Memphis, Sottsass credeva di poter creare una produzione industriale alla portata di tutti - colorata, accessibile e alla portata di tutti - ma il suo sogno si rivelò subito un'utopia.

Quanto è stata importante la città di Milano nella fondazione del movimento? Memphis sarebbe potuto nascere in un'altra città?

Milano offriva tutte le condizioni esterne necessarie: il finanziatore, il produttore, l'espositore, il distributore, la sede dello studio di Sottsass (dove lavoravano o gravitavano i designer), la stampa internazionale e il Salone del Mobile. Tuttavia, il movimento avrebbe potuto nascere anche altrove: in passato, la Toscana e Firenze avevano visto nascere e svilupparsi altri importanti movimenti e aziende legati al design e a Sottsass, come Poltronova o Superstudio.

Lampada da tavolo Tahiti di Ettore Sottsass - Credits Carlo Ninchi
Lampada da tavolo Tahiti di Ettore Sottsass - Credits Carlo Ninchi
Tavolino Flamingo di Michele De Lucchi - Credits Carlo Ninchi
Tavolino Flamingo di Michele De Lucchi - Credits Carlo Ninchi

Memphis era rappresentativa delle circostanze culturali degli anni Ottanta. Ritiene che oggi sia ancora possibile per un marchio incarnare i cambiamenti di un determinato periodo storico, in modo che il suo messaggio diventi parte della funzione dell'oggetto?

Memphis era la risposta ai tumulti e alle passioni specifiche di un'epoca passata. Oggi sono cambiati il contesto geografico, i metodi di utilizzo e di produzione, il modo di vivere e di acquistare gli oggetti di design. Il fenomeno Memphis non sarebbe mai potuto nascere oggi, anche se oggi assistiamo a una grande attenzione e rinascita di questo movimento.

Memphis va oltre la logica del design e ribalta i canoni tradizionali tanto da essere associato a un vero e proprio movimento artistico. Qual è il legame tra le sue creazioni e il mondo del collezionismo? Come descriverebbe il suo collezionista-tipo?

Come abbiamo detto, Memphis è stato concepito proprio in opposizione a questo tipo di logica, ma sono stati i collezionisti e gli intellettuali i primi a esserne sedotti e ad acquistare i pezzi Memphis. Le rinomate ed estese collezioni Memphis di Karl Lagerfeld e David Bowie, solo per citarne alcuni, la dicono lunga sui suoi collezionisti tipo: colti, aperti, anticonformisti.

Il letto ad anello è uno dei pezzi più iconici del movimento, presente in particolare nella famosa fotografia dell'intero gruppo. Cosa rappresenta questo pezzo per il marchio e la sua identità culturale?

Il letto Ring, così come la libreria Carlton di Sottsass, sono pezzi emblematici della collezione: iconici ma sostanzialmente inutilizzabili. Come tutti i pezzi di Memphis, la forma non segue la funzione (come predicato dal razionalismo e dal buon senso) ma la precede, rendendo la funzione del tutto irrilevante.

Galleria del design del post - Credits Luca Miserocchi
Galleria del design del post - Credits Luca Miserocchi

Memphis è sempre stata e continua a essere una fucina di artisti di talento: qual è l'attuale approccio del marchio alla scoperta di designer emergenti?

La storia creativa di Memphis-Milano, iniziata nel 1980/81, si è ufficialmente conclusa nel 1988. Da quel momento in poi, c'è stato un continuo interrogarsi e riflettere su quel momento irripetibile, con risultati molto diversi - a volte antitetici, a volte in continuità - prima con Meta Memphis e poi con Post Design.

Nel 2021 Memphis ha celebrato il suo 40° anniversario: come è cambiato ed evoluto il vostro linguaggio artistico nel tempo e, guardando al futuro, come resterà legato alla tradizione?

Cerchiamo di rimanere fedeli a quello che riteniamo il più grande insegnamento di Sottsass: essere aperti, liberi da preconcetti e curiosi di tutto.

Lampada da terra Ashoka di Ettore Sottsass - Credits Carlo Ninchi
Lampada da terra Ashoka di Ettore Sottsass - Credits Carlo Ninchi
Lampada da tavolo Bay di Ettore Sottsass - Credits Carlo Ninchi
Lampada da tavolo Bay di Ettore Sottsass - Credits Carlo Ninchi
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