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The Artisan

L'arte fiorentina della rilegatura

Intervista a Maria Giannini, che rappresenta la sesta generazione di artigiani della famosa famiglia fiorentina di legatori.

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di Valia Barriello

Cosa succede quando la storia di una famiglia si intreccia con l'evoluzione di un mestiere artistico e antico? Questa è la storia degli artigiani Giannini di Firenze, legatori dal 1856, che si tramandano di generazione in generazione i segreti della legatoria. La famiglia Giannini ha creato il nuovo stile fiorentino di legatoria artistica e carte marmorizzate attraverso un processo di continua innovazione.


Il suo lavoro ha contribuito a definire uno stile unico che risale al XIX secolo. Qual è il vostro contributo artistico e che tipo di innovazioni sono state introdotte?

A noi si deve soprattutto la creazione dello "stile fiorentino", riprodotto non solo sulle legature ma anche su vari oggetti. Questa è stata la vera innovazione: la stampa degli elementi decorativi sulla carta da pacchi, utilizzata anche per rivestire gli oggetti. Fino al 1940 questo processo veniva fatto utilizzando principalmente pelle o pergamena.

È un mestiere che si tramanda di generazione in generazione. Ma come si fa a stare al passo con i tempi?

Ogni generazione ha dovuto affrontare periodi storici diversi, che hanno influenzato la produzione e la realizzazione di rilegature e oggetti. Nel XIX secolo i clienti principali erano l'aristocrazia inglese e russa. Dopo la Seconda Guerra Mondiale sono arrivati gli americani. I materiali di alta qualità, come la pelle e la pergamena, erano diventati molto costosi, da qui la necessità di cambiare e di aumentare la produzione di carta decorata a mano (carta marmorizzata).Dopo gli anni '70 ci fu il boom. Stare al passo con i tempi significa essere originali e veloci nel cambiare rotta, ma questi due elementi non sono sinonimo di artigianato tradizionale: il fatto di avere una piccola produzione facilita il rinnovamento.


Avete mai temuto che la vostra attività possa scomparire?

Sì, succede più o meno a ogni cambio di generazione! Questo è ben documentato nel diario scritto dal mio bisnonno Guido dal titolo "Uscio e Bottega. Ricordi di un artigiano fiorentino". Un libro che abbiamo pubblicato in occasione del nostro 150° anniversario.

Ci sono ancora persone che vogliono imparare questo mestiere? Prendete apprendisti o organizzate laboratori?

Nel corso degli anni abbiamo avuto molti apprendisti, ma negli ultimi tempi non è stato possibile per mancanza di interesse ma anche per la nostra situazione finanziaria. Organizziamo invece laboratori in cui è possibile osservare e anche realizzare sia carta marmorizzata che piccoli libri in carta e pelle.

Chi sono i vostri clienti?

Sono soprattutto turisti americani e inglesi con un forte background culturale, ma anche giapponesi e asiatici alla ricerca di oggetti di alta qualità e fatti a mano. Per quanto riguarda i nostri lavori di rilegatura artistica, gli acquirenti sono solitamente collezionisti italiani, ma oggi ne sono rimasti pochi.

Una città come Firenze contribuisce al successo della vostra attività?

MG: Siamo parte integrante di Firenze. La città è importante per tutti gli artigiani, ed è un rapporto reciproco. Il nostro negozio è anche parte del patrimonio culturale di Firenze. Per questo abbiamo ricevuto il Fiorino d'Oro, il massimo riconoscimento della città di Firenze.

Progetti futuri?

Continuare a collaborare con gli artisti. Questo ci permette di affrontare nuove sfide e di mettere alla prova il nostro know-how. Ci permette di crescere e ci dà grande soddisfazione. E poi, più che un progetto c'è un sogno: creare un piccolo museo con laboratorio attivo dedicato alla carta e al libro per la città di Firenze.

È una cosa che manca in questa città e sarebbe bello conservare la storia e la cultura di questo artigianato, così importante per la tradizione di questa città.


Informazioni sull'autore Valia Barriello è architetto e docente di design a Milano. Barriello si occupa anche di produzione ed editoriali.


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