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The Artisan

Les First: Avanguardia di una nuova tradizione

Radicato nella tradizione italiana, Les First è un marchio-atelier unico nel suo genere, nato per unire design, esperienza sensoriale e artigianato. Incontrate il fondatore Massimo Marcomini e scoprite il suo approccio sartoriale all'interior design.

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Massimo Marcomini ha fondato Les First nel 2015, insieme a Nadia Marconato, come naturale sviluppo del suo lavoro di architetto. Nato per reimmaginare la tradizione unica dell'Italia, fatta di qualità e stile eccellenti, e affidandosi a un insieme di aziende artigiane locali della Lombardia e del Veneto, Les First crea arredi d'interni che combinano lavorazioni secolari e alta tecnologia sostenibile - con un atteggiamento seducente fatto di un gusto contemporaneo e anti-minimale e di un tocco audace. In un mondo dominato da grandi gruppi delocalizzati, Les First sceglie di lavorare a misura d'uomo, di rimanere radicato nella tradizione italiana aggiungendovi un tocco contemporaneo.

Les First nasce dall'esigenza creativa di coniugare l'alta tecnologia con la secolare maestria artigianale, diventando così "l'avanguardia di una nuova tradizione". In che modo i pezzi Les First trasmettono questo dialogo tra artigianato e innovazione?

Le mie lampade sono progettate per collegare la tradizione delle storiche botteghe artigiane con la tecnologia più avanzata, aprendo così la strada all'alto artigianato italiano nel nostro mondo che cambia radicalmente. Il progetto Les First nasce dall'idea di rivitalizzare la storica produzione ceramica artigianale veneziana e italiana attraverso l'integrazione di una tecnologia di illuminazione innovativa.

Inoltre, l'innovazione tecnologica ridefinisce la tradizione anche negli ambiti di nuova creazione della rivoluzione digitale, dalla fase di studio-progettazione ai processi di produzione e controllo. La mia "nuova tradizione" cerca di fondere la singolarità dell'intera produzione storica manuale italiana con processi digitali, luci a LED e software innovativi, seguendo nuove regole per la produzione dell'artigianato artistico contemporaneo.

In linea con l'idea di avere un approccio "sartoriale" a uno spazio, il suo viaggio tra architettura e design ha preso forma in modo spontaneo e naturale. In che modo la sua esperienza nella progettazione di interni ha influenzato la visione creativa dei capi Les First?

C'è una continuità praticamente perfetta tra la mia formazione architettonica decisamente moderna, le mie esperienze sul campo - da sofisticati interni residenziali a installazioni museali - e il mio design di mobili e accessori. Il passaggio è stato fluido, rispondendo alle esigenze dei clienti che mi chiedevano di completare e illuminare gli spazi in modo armonico ed esclusivo.

Il rapporto costante con la miriade di realtà artigianali sparse tra Lombardia e Veneto è stato fondamentale dal punto di vista concettuale e professionale. Ho iniziato progettando lampade decorative per aziende di illuminazione e ho infine scoperto il mondo degli oggetti classici in ceramica veneziana.

Les First nasce nel 2015, proprio durante questo percorso di ricerca, e si caratterizza per il contrasto e la complementarietà tra spazi minimalisti e lampade-scultura post-moderne, teatrali e massimaliste.

Lostile Les First rappresenta una risposta forte e decisa alle esigenze del design contemporaneo, proponendo una visione audace e anti-minimalista. Come descriverebbe il design e lo stile dei suoi pezzi?

La collezione di lampade-scultura "Luce degli dei" è un progetto che incarna l'estetica del Made in Italy, reinterpretando liberamente la nostra storia dell'arte e reimmaginando i temi della mitologia classica occidentale in chiave emozionale e contemporanea. Il mio progetto rivela un riferimento inequivocabile a una storia e a un territorio precisi. Mi rifaccio soprattutto a Mantova, la mia città natale, e al genio di Giulio Romano, che ha reinterpretato i miti classici - come Amore e Psiche e i Giganti immortalati nelle sale di Palazzo Te progettate per Federico II Gonzaga, duca di Mantova - con tutta l'energia espressiva del Rinascimento.

Le mie lampade cercano di evocare la stessa esuberanza vitale e colorata, la stessa fisicità - non a caso si attivano al tatto - e la stessa propensione all'illusione teatrale. È proprio questo modo essenziale di combinare la tradizione ceramica con l'alta tecnologia applicata che fa delle sculture di luce Les First un esercizio di ready-made minimalista estremo.

Made in Italy e sostenibilità: due temi importanti che, per certi versi, possono essere interconnessi. Secondo lei, in che modo l'artigianato italiano può rappresentare un punto di partenza per un design più corretto e sostenibile?

Credo che il tema centrale della sostenibilità sia affrontato in modo molto ambiguo dai media; si chiede di ribaltare il nostro attuale stile di vita e di consumo di massa, mentre in realtà oggi la "cultura dell'usa e getta" è dilagante.

A mio avviso, il design etico e sostenibile è quello che crea prodotti di alta qualità destinati a durare nel tempo, con effetti positivi per tutti i lavoratori che abbracciano i valori del territorio. Il vero artigianato italiano - con i suoi ritmi lenti, le filiere corte, l'attenzione alla conservazione delle risorse - rappresenta da sempre un modello corretto di sostenibilità. L'evoluzione di nuove generazioni di artigiani, aperti a processi produttivi innovativi e a basso impatto ambientale, completa il quadro del design sostenibile.

La collezione di lampade Corallo evoca forti elementi di uno stile elegante e mediterraneo. A cosa si è ispirato per creare questi pezzi?

Coralli si ispira alle Wunderkammer, le "camere delle meraviglie" delle corti rinascimentali, come quella dei Gonzaga a Mantova, luoghi in cui le leggende si intrecciavano con la curiosità scientifica. Ho subito pensato che i rami di corallo lì conservati fossero perfetti per Les First: colori vividi, forme eleganti, il mito antico e duraturo di Medusa e, soprattutto, lo spirito di meraviglia che spinge l'umanità a esplorare il mondo, a sperimentarlo e a trasmetterlo attraverso la lente senza tempo della bellezza.


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