Design Center 1991

L'eclettico designer Nino Basso e la nipote Cristina Colonnello, grafica pubblicitaria, sono il cuore e la mente di Design Center 1991, piccola azienda artigiana nel settore dei complementi d'arredo contemporanei, con sede a Spilimbergo, cittadina del nord-est a metà strada tra Venezia e Trieste.

Da sempre attratti da espressioni artistiche che riflettono l'inventiva e la sperimentazione, Nino Basso e Cristina Colonnello condividono tutte le competenze delle loro creazioni, dalla progettazione alla ricerca e sperimentazione dei materiali, fino all'attenzione sartoriale della lavorazione artigianale.

Tipicità che si fondono in piccole collezioni di oggetti d'arredo per la casa e l'ufficio caratterizzati da sobrietà estetica ed eleganza senza tempo, e in creazioni in ceramica, materiale congeniale al loro estro creativo, che interpretano innovando le tecniche di lavorazione tradizionali con sorprendenti apporti creativi e stilistici.

Alla fine degli anni Ottanta debuttano i primi prototipi del Design Center firmati da Nino Basso: accessori per la casa e l'ufficio definiti da semplicità formale ed elegante artigianalità.

Già art director di un marchio di moda internazionale, Basso scelse di presentarsi sul mercato con un proprio brand e fondò Design Center. Nel 1991 la nipote, Cristina Colonnello, entra a far parte del marchio, aggiungendo alle collezioni stimolanti punti di vista creativi che esaltano il gusto per il dettaglio artigianale impeccabile e coordinato e trasmettono l'identità dell'azienda.

Tanti anni di lavoro insieme e collezioni nate dal recupero della lavorazione della pelle Shagreen detta anche Galuchat, dall'utilizzo di legni pregiati come la radica di erica, l'ebano, accostamenti che ricordano lo stile Art Déco, alla moderna contaminazione dell'antica tecnica ornamentale del mosaico e della lacca, alla valorizzazione delle sorprendenti forme naturali delle conchiglie fossili testimonianza di milioni di anni fa, fino alle più recenti opere in ceramica, dall'elegante candore della porcellana paperclay, alla rivisitazione del classico processo tradizionale giapponese raku; forme e colori in un filo di continuità che lega l'antico al presente.