Paolo Pallucco
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Paolo Pallucco ha fondato la sua azienda nel 1980, sfidando il razionalismo con design innovativi. Conosciute per la loro individualità, le sue creazioni utilizzano materiali semplici come il legno e il metallo. L'iconico Fuori Salone del 1988, con la partecipazione di collaboratori come Peter Lindbergh, ha rivoluzionato il design. Il suo lavoro rimane senza tempo, minimalista e simbolico, fondendo l'artigianato tradizionale con l'estetica moderna per sorprendere ed evocare emozioni.
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Paolo Pallucco
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Paolo Pallucco
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Paolo Pallucco è un marchio clandestino ed usa il silenzio come arma di scasso. I prodotti, duri, semplici, chiari e lontani da ogni tendenza o riferimento, sono riconoscibili, immortali nelle intenzioni, forse simbolici
Erede di se stesso, il marchio “Paolo Pallucco” è il sequel di un film già visto. Il titolo, questa volta, somma al cognome un nome identitario. Il timore è che l’intervallo di sette lustri abbia impedito all’indispensabile agilità del concetto di adeguarsi all’accaduto… ed al regista, agli attori ed allo staff, di aver tollerato gli sconquassi della vita (Paolo Pallucco).
Tutto ha inizio negli anni settanta quando si formano gruppi di architetti che contestano il razionalismo, allora imperante. Superstudio, Archizoom, Archigram ed altri, aprono la strada ad Alchimia e Memphis, iniziative che suscitano scalpore per la novità linguistica e formale. In questo contesto, nel 1980, nasce l’azienda Pallucco. Fin da subito si afferma a livello internazionale per l’approccio autarchico ed anticonformistico. Tentare di collegare Paolo Pallucco all’interno di una scuola o di un movimento è cosa assai difficile in quanto ci si trova di fronte un personaggio la cui opera è caratterizzata da una forte componente di “individualità” creativa. Per la Pallucco, riuscire a comunicare il significato sotteso dei prodotti offerti, ogni volta nel modo più efficace, diviene l’obiettivo sia della comunicazione sia delle varie presenze al Salone del Mobile. Nel 1988 (replica nel 1989), con la manifestazione al Mattatoio abbandonato di Milano, la Pallucco realizza con ottimo successo il primo Fuori Salone, consuetudine ormai consolidata. Il fine è sorprendere ed emozionare e soprattutto contestualizzare i prodotti. Questa Intenzione viene raggiunta coinvolgendo professionisti allineati al concetto: si tratta del fotografo Peter Lindbergh, del grafico Toji Murata, dello scenografo Peter Pabst, di Henry Alekan e le sue luci, delle musica di Seigen Ono e delle pagine sublimi delle Elegie Duinesi di Rainer Maria Rilke.
La sera dell’inaugurazione del Mattatoio la società Pallucco viene ceduta e ciò che si propone la nuova società è dare seguito a ciò che si è interrotto. (Patrizia di Costanzo).
“Conforme al plastico”. Un esplosivo al plastico, posizionato all’interno di un mobile contenitore, fa il suo mestiere ed esplode. Il manufatto riporta ciò che accade nell’attimo dello scoppio.