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Design Icon: Carlo Scarpa

Scopri la storia del famoso designer Carlo Scarpa: dagli anni come direttore della vetreria Venini alla sua carriera di architetto e alle sue polemiche con le associazioni italiane che lo accusavano di lavorare senza una vera laurea. Scopri come ha guidato una generazione di professionisti e designer verso nuove imprese nel panorama del dopoguerra, sovvertendo le regole e sconvolgendo lo status quo, e sfoglia alcuni dei suoi design iconici.

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Carlo Scarpa nasce a Venezia nel 1906 e trascorre la maggior parte della sua infanzia nella vicina città di Vicenza, dove la sua famiglia si trasferisce, fino a quando, all'età di tredici anni, torna a Venezia con il padre e il fratello, dopo la scomparsa della madre. Qui Scarpa prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti, dedicandosi all'architettura e diplomandosi con il titolo di Professore di Architettura, riservato ai laureati che non hanno sostenuto l'esame professionale per diventare ufficialmente architetto. Dopo la laurea inizia un apprendistato presso l'architetto Francesco Rinaldo, dove conosce la futura moglie Nini Lazzari, nipote dell'architetto.

La fine della Seconda Guerra Mondiale segna l'inizio della sua carriera professionale, ma poiché Scarpa si rifiutò di sostenere l'esame pro forma stabilito dal governo italiano, non ottenne mai il titolo formale di architetto e non gli fu permesso di praticare la disciplina senza essere effettivamente associato a un architetto. Questa insolita circostanza fu il primo segno della sua personalità ribelle e anticonformista e gli valse il soprannome di "Professore", usato in modo colloquiale da amici, familiari e persino clienti per tutta la sua carriera.

Le sue prime mostre si tennero nel 1932 alla Biennale di Venezia e, due anni dopo, alla Triennale di Milano.

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Lo showroom Olivetti a Venezia di Carlo Scarpa.
Lo showroom Olivetti a Venezia di Carlo Scarpa.

Nel 1932 viene nominato art director dello storico marchio di vetreria Venini, un'istituzione della tradizione veneziana del vetro soffiato a bocca. Qui sviluppò il suo stile personale e la sua visione del design del prodotto, mettendo al primo posto l'artigianalità e i dettagli, che poi applicò nella sua pratica architettonica. Con Venini ha potuto sperimentare continuamente diverse tecniche di scultura e artigianali, concentrando il suo mondo sul vetro e sulla specificità del processo creativo di un singolo pezzo. Buona parte dei suoi progetti è ancora oggi pubblicata dal marchio, compresi pezzi storici con tecniche eccezionali come il vetro testurizzato "battuto" e la tecnica "incalmo", un metodo antico che risale al XVI-XVII secolo. Le sue collezioni come art director sono state esposte in una mostra tenutasi presso Rooms for Glass nel 2012, che ha offerto una dettagliata retrospettiva del suo lavoro d'avanguardia.

L'esperienza con Venini durò fino al 1947 e lanciò ulteriormente il marchio all'attenzione internazionale, aprendo la strada a collaborazioni con celebri icone del design come Alessandro Mendini, Gio Ponti e Ettore Sottsass, per citarne alcuni.

La sua attività architettonica riflette questi valori di sensibilità e attenzione al dettaglio, consapevole del trascorrere del tempo e distaccata da movimenti e tendenze, concentrandosi invece sul restauro conservativo delle strutture esistenti. Dalla fine degli anni Quaranta fu anche professore di Disegno e Decorazione d'interni presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia.

Scarpa sviluppò la maggior parte dei suoi progetti a Venezia e nel Veneto, essendo profondamente legato alla sua terra d'origine e alle pratiche artigianali e alla tradizione del Made In Italy. Tuttavia, alcuni dei suoi progetti di paesaggi, giardini ed edifici si trovano in altre zone d'Italia, oltre che negli Stati Uniti, in Canada, Francia, Arabia Saudita e Svizzera.

Alcuni dei suoi più famosi progetti di ristrutturazione e restauro a Venezia includono: le Gallerie dell'Accademia, una galleria museale di arte pre-ottocentesca fondata nel 1700; alcuni interventi di ristrutturazione di Ca' Foscari, il famoso palazzo gotico di una nobile famiglia veneziana, dove ha completamente ridisegnato il grande salone trasformandolo in un'aula magna; e l'interior design dello showroom Olivetti, dove ha giocato con le opere d'arte esistenti del Palazzo, integrandole con i pezzi della casa produttrice.

Nel 1978, mentre si trovava a Sendai, in Giappone, Carlo Scarpa morì tragicamente a seguito di una caduta da una rampa di scale in cemento. Alcune delle sue opere architettoniche incompiute sono state completate anni dopo dal figlio Tobia, come la Villa Palazzetto a Monselice, uno dei più ambiziosi progetti di paesaggistica e progettazione del giardino di Scarpa, commissionato dal rappresentante di Cassina Aldo Businaro, l'uomo che incoraggiò il primo viaggio di Scarpa in Giappone.

Nel corso della sua lunga carriera ha ricevuto numerosi e importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Olivetti, il Premio IN/Arch, la Medaglia d'oro del Ministero della Pubblica Istruzione per la cultura e l'arte e il Premio della Presidenza della Repubblica per l'architettura, che hanno segnato la sua immensa influenza sul panorama progettuale e artistico italiano. È stato membro del Royal British Institute of Design, dell'Accademia Olimpica di Vicenza e dell'Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Il suo lavoro è stato presentato in Italia e all'estero con mostre personali al Museum of Modern Art di New York nel 1966, alla Biennale di Venezia nel 1968, alla Heinz Gallery di Londra, all'Institut de l'Environnement di Parigi e infine a Barcellona nel 1978.

Oggi è ricordato non solo per le sue numerose opere in Veneto e nel mondo, ma anche per il suo stile unico e per il suo approccio al restauro, capace di combinare e interpretare le strutture esistenti con la massima attenzione ai dettagli, facendo all'edilizia ciò che l'artigiano fa ai suoi materiali trasformandoli in un unico pezzo di incredibile design.

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