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The Artisan

Il Vetro di Murano secondo Salviati

Scoprite Salviati, una delle più antiche manifatture di vetro di Murano a Venezia, un punto fermo della qualità e della tradizione artigianale in Italia. Con oltre 160 anni di storia nel settore dell'artigianato, i pezzi d'arredo in vetro di Salviati portano con sé l'atmosfera senza tempo di tecniche antiche combinate con un talento per il design contemporaneo.

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Salviati è stata fondata nel 1859 a Venezia, dove i maestri vetrai producevano incredibili pezzi e decorazioni utilizzando il rinomato e incomparabile vetro di Murano. La stessa attenzione ai dettagli e l'inconfondibile sensazione di qualità artigianale sono impiegate ancora oggi in una produzione che combina tecniche su larga scala con un processo esclusivamente artigianale; questo permette a ogni pezzo di portare con sé sia l'aspetto senza tempo dei tradizionali accessori in vetro di Murano, sia un design moderno che si adatta allo stile e alle preferenze contemporanee.

La produzione di Salviati si divide in vetri artistici, oggetti decorativi, oggetti per la tavola, illuminazione, sistemi modulari e una speciale sezione di interni aperta ai designer che utilizzano il vetro e le sue infinite forme per soluzioni su misura, per portare in ogni casa un pezzo di tradizione veneziana.

Leggete la nostra intervista all'azienda e scoprite i 160 anni di storia di Salviati, esplorate la sua moderna fornace e come si evolve costantemente per adattarsi agli scenari contemporanei dove l'artigianalità è ancora necessaria.

Come è nato Salviati? Ci racconti la sua storia.

Nel 1859 l'avvocato vicentino Antonio Salviati fonda la Salviati&Co, un'azienda vetraria che affianca la produzione di mosaici e smalti a quella del vetro soffiato, diventando ben presto un punto di riferimento internazionale. Salviati era un ricercatore determinato: all'interno della sua fornace ha creato raffinati vetri lattimo, intricati intrecci di filigrane, vetri opalescenti arricchiti da inserti floreali e squisiti fili di avventurina.

Come si conserva il valore della tradizione e come si evolve in 160 anni di storia?

Ogni giorno Salviati rende omaggio alla tradizione millenaria del vetro di Murano, attraverso gli artigiani che lavorano alla fornace e attraverso un esperto management team impegnato a diffondere la cultura del vetro soffiato a mano in tutto il mondo. Salviati si distingue nel design contemporaneo sostenendo e impiegando un rapporto di tipo cooperativo tra l'artista e i lavoratori. Salviati si definisce una fornace moderna, capace di ottimizzare e innovare le tecniche di produzione, e di affiancare alla produzione tradizionale un'unità sperimentale dove vengono promossi nuovi talenti e idee.

Cosa ispira le sue collezioni e i suoi progetti?

Salviati ha sempre definito la scena del design contemporaneo. Come azienda di tendenza, stupisce i suoi clienti con l'innovazione e soddisfacendo il loro bisogno di unicità. Salviati democratizza il concetto di lusso come tendenza, come necessità, come valore e virtù aggiuntiva.

C'è una tecnica di lavorazione del vetro che vi contraddistingue in particolare?

La soffiatura del vetro è la tecnica più antica ed è quella che meglio rappresenta la nostra produzione. Consiste in una modellatura puramente artigianale, in cui il maestro artigiano soffia il calice di vetro fuso attraverso un cannello, per dargli la forma e la consistenza previste dal designer. Ciò che distingue i prodotti Salviati, tuttavia, è la scelta elegante, raffinata, unica e innovativa delle tonalità che ne esaltano la forma e le linee.

Salviati è rinomata per il connubio tra tradizione e design contemporaneo, anche grazie a numerose collaborazioni con designer internazionali. Chi sono i primi designer con cui ha lavorato?

Salviati è una fucina di atelier dove il design incontra l'innovazione, dove le nuove idee prendono forma e diventano materia, dove la materia diventa luce e la luce diventa spazio. In questi 160 anni di storia hanno varcato la nostra soglia molti designer italiani e internazionali, tra cui Luciano Gaspari, Sergio Asti, Anna Gili, Maria Christina Hamel e Luca Nichetto.

Ci parli dei suoi cinque pezzi più iconici.

Aria, disegnata nel 2008 da Renzo Stellon. Presenta elementi decorativi in vetro soffiato a mano, con linee sinuose e affusolate, segnate dalla texture "rigadìn" delle linee verticali. Poi Cuore, disegnato da Maria Christina Hamel nel 1996. Cuore è un vaso che vanta un vetro sommerso a forma di cuore modellato con finitura a caldo. Elementi Lagunari è un altro progetto iconico realizzato da Luciano Gaspari nel 1958. Si tratta di pezzi decorativi in vetro massiccio, ispirati alle linee uniche che compongono la superficie della laguna di Venezia. Il quarto design iconico è Marco, creato nel 1962 da Sergio Asti. Vincitore del Compasso d'Oro, Marco è un vaso innovativo che unisce le nuove tecnologie industriali alla tradizione artigianale. Il nostro quinto design iconico è Millebolle, disegnato da Luca Nichetto nel 1999. Si tratta di una serie di vasi che presentano bolle d'aria nelle loro silhouette geometriche, creando uno squisito intreccio di trasparenze e tonalità delicate.


Cosa consiglierebbe di vedere a Venezia a chi la visita per la prima volta?

Le isole di Murano con la loro rinomata tradizione vetraria; Burano con il suo famoso merletto e le sue case colorate; poi Torcello con la sua storia bizantina e Sant'Erasmo con i suoi splendidi orti. È bello perdersi tra le calli e i campielli veneziani e guardare i tetti. Le facciate dei palazzi storici vi racconteranno tutto quello che c'è da sapere sui 1600 anni della Serenissima.

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